Baccelli, Guido

25 novembre 1830 - 10 gennaio 1916

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Guido Baccelli


Nato a Roma il 25 nov. 1830 da Antonio, chirurgo illustre, e da Adelaide Leonori, dopo aver studiato nel collegio Ghislieri nella città natale, iniziò all'università lo studio della medicina sotto la guida dell'archiatra pontificio B. Viale. Il B. non rimase insensibile agli entusiasmi patriottici che animavano la Roma della sua prima giovinezza: nel 1848 tentò invano, con altri compagni, di arruolarsi fra i volontari per la prima guerra d'indipendenza, e ne venne impedito dal rettore del collegio; l'anno seguente, quando la repubblica chiamò alle armi contro i Francesi, corse sulle mura del Gianicolo. Questa volta fu il padre che intervenne e lo relegò a San Vito Romano. Tornato a Roma e riammesso al collegio, ne venne definitivamente espulso per aver scritto una frase contro il papato. Ma poi, negli anni seguenti, lontano dall'irrequieto ambiente del Ghislieri e nel mutato clima della Restaurazione, finì per dedicarsi completamente allo studio della medicina. Negli anni 1852 e 1853 ottenne la doppia laurea in medicina e chirurgia; fu quindi professore nell'ospedale di S. Spirito, sostituto di C. Maggiorani nel 1856 e nel 1862 titolare di clinica medica. Con la liberazione di Roma, nel 1870, la nomina del B. venne mantenuta, e ne nacquero malumori, che gli si rimproverava scarsa partecipazione alla lotta nazionale; poi, con decreto 27 ag. 1872, fu confermato ordinario di clinica medica e direttore della clinica. Accanto all'attività scientifica il B. svolse una intensa opera politica: eletto deputato dal III collegio di Roma nella XII legislatura, divenne ministro della Pubblica Istruzione nel governo Cairoli il 2 genn. 1881,rimanendo in carica, anche con il successivo governo Depretis, fino al 30 marzo 1884; fu poi chiamato allo stesso ministero da Crispi il 15 dic. 1893 e manterme il portafoglio fino al 9 marzo 1896; il medesimo incarico, infine, ebbe dal governo Pelloux nel biennio 1898-1900. Il 4 ag. 1901, succedendo a S. Piccardi, divenne ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio col governo Zanardelli-Gíolitti e tale incarico ricoprì fino al 1903. Morì a Roma il 10 genn. 1916. La sua attività quale ministro della Pubblica Istruzione fu caratterizzata da atteggiamenti di grande coraggio durante il ministero Depretis: rivendicò alle università una maggiore autonomia dal potere burocratico (cfr. il discorso: La scuola popolare, l'autonomia dell'Università, estratto dal Giornale d. Soc. di letture e conversazioni scientifiche di Genova, Genova 1881); assegnò una cattedra universitaria all'Ardigò ammonito dal precedente ministro per le sue teorie "difformi dalla coscienza della maggioranza dei contribuenti" (cfr. A. Labriola, L'Università e la libertà della scienza, Roma 1961, p. 284); volle delegare alcuni poteri tenuti dall'amministrazione centrale ai rettori delle università, ai presidi degli istituti superiori e ai rispettivi consigli (5 nov. 1881);propose un nuovo organico per gli istituti scientifici pratici delle facoltà mediche del regno con un discorso al re (28 ott. 1881). Lo slancio riformatore del B., sia per l'aspetto più propriamente scientifico sia per quello sociale, si era però indebolito nel 1893 quando sotto Crispi riassunse il dicastero della P. I. Si cominciava ad attribuire il malessere che serpeggiava nella nazione anche alla troppa istruzione che si dava al popolo. Nei discorsi ufficiali, nelle conferenze che si tenevano al Collegio Romano, perfino nel discorso della corona del 1894 furono esposti i pericoli derivanti da una cultura dispensata più largamente dello stretto necessario per il lavoro. A questo atteggiamento di cautela si ispirò la riforma dei programmi elementari proposta dal B. (1894),che si risolse in un energico sfrondamento, giustificato con l'esigenza di non affastellare troppe nozioni nella mente del fanciullo. Tale riforma fu completata durante il governo Pelloux con l'introduzione nella scuola elementare del lavoro manuale e dell'istruzione agraria. Una giusta valutazione della gravità dello analfabetismo di ritorno ispirò al B. nel 1898un progetto, mai realizzato, per la creazione di una scuola "complementare" o, come disse il B., "coscrizione scolastico-militare", che avrebbe dovuto accogliere i giovinetti tra i 16 e i 19 anni per un complemento di cultura elementare e di addestramento ginnico-militare. "Questa opera - scrisse, adoperando le parole del padre, il figlio Alfredo nel suo volumetto Ricordi, p. 48- doveva compiersi in due cicli distinti: l'uno nell'inverno, serale; l'altro nell'estate, diurno. Nel primo si rinverdivano alla memoria le materie degli studi primari, aggiungendo un libro di etica civile e militare ed un'epitome di storia patria. S'insegnavano pure le prime linee del disegno, che sono la matematica del povero e l'alfabeto delle arti industriali. Nel secondo si istituivano esercizi ginnici, nell'intento della milizia, vari secondo le regioni e le condizioni locali... e nell'ultimo anno tiro a segno obbligatorio". Al B. si deve l'istituzione della Galleria d'arte moderna e d'aver progettato la sistemazione della Passeggiata archeologica; in generale il B. si propose di rivalutare il patrimonio archeologico, artistico e naturale di Roma sia con il ripristino di antichi monumenti (come la liberazione del Pantheon dalle sovrastrutture che lo deturpavano) sia con nuove opere monumentali e con l'incoraggiamento dato all'arte, comunque possa essere giudicato il suo particolare gusto estetico (allora variamente criticato), sia infine con l'incremento della coltura degli alberi e con la difesa delle zone panoramiche. Durante la sua permanenza al dicastero dell'Agricoltura, Industria e Commercio dal 1901 al 1903 nel governo Zanardelli, i suoi interessi sociali ebbero un netto risveglio: impresse un moto più energico alla bonifica dell'Agro romano; invitò comuni ed enti a fornire le scuole rurali di un campicello scolastico, istituì la cerimonia della festa degli alberi; combatté l'afta epizootica diffondendo la pratica delle iniezioni di sublimato (sia pure con dubbio risultato); cercò di migliorare la coltura dei grani. Come testimonia il figlio Alfredo, il B. mantenne fino alla tarda vecchiaia una piena efficienza intellettuale e fisica. Fu oratore fluido ispirato ai modelli classici; parlava e scriveva correntemente il latino. In campo medico, il B. fu un insigne maestro di clinica. Il carattere fondamentale del suo insegnamento fu anatomopatologico e clinico a un tempo; alternava le lezioni sul malato con quelle sul cadavere, affinché gli studenti avessero una esatta visione del progresso delle malattie, e insieme dei danni anatomici che queste inducono. Il suo concetto dell'anatomismo clinico ("La clinica moderna" egli soleva ripetere "è scuola di anatomia viva") trovò sempre pratica applicazione al letto del malato, nell'impostazione data dalla sua scuola allo studio delle malattie, e fu ampiamente confortato dai brillanti risultati raggiunti nella semeiotica e nella terapia. Dell'opera clinica del B. sono anzitutto da ricordare i lusinghieri successi ottenuti dalla audace introduzione endovenosa dei sali di chinino nella cura della malaria, e da quella di sublimato corrosivo nella terapia della sifilide (R. Virchow disse di lui: "Ciò che Lister ha fatto per la superficie del corpo il B. ha fatto per la crasi del sangue"); inoltre, l'introduzione endovenosa di strofantina nello scompenso cardiaco, le iniezioni sottocutanee di acido fenico nella cura del tetano, la somministrazione di ossigeno ai malati di polmonite (tale provvedimento terapeutico fu per la prima volta applicato dal B. al re Vittorio Emanuele II nel 1878, che ne ebbe per breve tempo prolungata la vita). Il B. dette un grande impulso all'affinamento dell'indagine semeiologica toracica e addominale e allo studio della patologia cardiovascolare: nel 1863 dimostrò sperimentalmente che i rumori patologici endocardiaci si apprezzano meglio auscultando sul punto della loro produzione e che si diffondono lungo la direzione della corrente che li genera (legge di B. sui rumori endocardiaci); dimostrò che il soffio sistolico nell'insufficienza mitralica, al contrario dei rumori da stenosi mitralica e da insufficienza aortica, si propaga comunemente lungo la linea paravertebrale sinistra; attribuì alla particolare conformazione a 8 delle fibre miocardiche la fisiologica alternanza del movimento sistolico e diastolico degli atri e dei ventricoli; scoprì che il primo tono cardiaco è sincrono con la protosistole. Ancora, in semeiotica toracica, mise per primo in evidenza che la diminuzione del sollevamento della cupola, diaframmatica durante l'inspirazione è causata da lesioni del polmone omolaterale; scoprì che i liquidi trasmettono le vibrazioni fonetiche in ragione inversa della loro densità, ossia in ragione diretta della loro tenuità, offrendo in tal modo la possibilità di diagnosticare la natura di un versamento pleurico con l'ascoltazione della voce trasmessa attraverso le pareti toraciche (segno di B., 1872). In semeiotica addominale, indicò un metodo per la diagnosi differenziale dei tumori ovarico e pancreatico, basato sulla percussione, a coscia dei soggetto addotta, dell'osso iliaco. Numerosi e di grande valore furono i contributi arrecati dal B. alla scienza medica, dalla descrizione della perniciosa malarica alla localizzazione dell'infezione malarica stessa nell'interno del globulo rosso, alla índividuazione della febbre subcontinua tifoidea; nei più importanti congressi medici nazionali e internazionali, la sua parola fu sempre attesa e apprezzata. All'iniziativa del B. si deve la fondazione del Policlinico di Roma, che fu completato nel 1888, e, nel 1893, insieme a F. Durante, la fondazione della rivista medica Il Policlinico. Tra le opere, si ricordano: Ascoltazione e percussione nella Scuola Romana,Roma 1857; Dell'origine anatomica del tubercolo,ibid. 1858; Prolegomeni alla patologia del cuore e dell'aorta,ibid. 1859; Patologia del cuore e dell'aorta,3 voll., ibid. 1863-1866; La pettiroloquia afonetica e la diplofonia,ibid. 1864; Lezioni. cliniche sulla malaria,ibid. 1869; Di un nuovo segno dei tumori ovarici in genere ed in specie del cistovario,ibid. 1876; Sulla trasmissione dei suoni attraverso i liquidi endopleurici di differente natura. Nuova contribuzione alla diagnosì differenziale dei versamenti, ibid. 1877; Discorsi. sulla legge forestale pronunziati alla Camera,ibid. 1877; La malaria,ibid. 1878; Policlinico e Palazzo delle Scienze in Roma,ibid. 1883. Bibl.: C. Re, Il progetto B., Roma 1883; G. Gorrini, G.B., la vita, l'opera, il pensiero,Torino 1916; A. Baccelli, G.B., ricordi,Napoli 1931; G. P. Arcieri, Figure della medicina contemporanea italiana,Milano 1952, pp. 14-25; P. Micheloni, G.B. visto attraverso le sue lezioni da Vittorio Ascoli, in Scritti in onore del Prof. A.Pazzini in occasione del XXX anno di laurea,Torino 1954, pp. 157-163; S. Piccini, Ricordo di G. B. nel cinquantenario della festa degli alberi, ibid.,pp. 222-227; G. Carocci, A.Depretis e la politica estera italiana dal 1876 al 1887,Torino 1956, pp. 248, 309-11, 435, 622, 639; A. Caracciolo, Roma capitale.... Roma 1956, pp. 101, 194 ss., 203-206, 211, 213, 230, 260, 269, 273; Enciclopedia italiana,V,p. 779.


da Traccani, Enciclopedia Online

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