Dalla conferenza del Dr. Prospero Mino sulla spirochetosi dei lavoratori delle risaie, tenuta a Vercelli il 12 novembre 1937

Roma, 27 marzo 1939

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Relazione dattiloscritta sui risutati di esami clinici per la rilevazione di infezione da Spirocheta. Testo: E poiché questa constatazione riveste un notevole interesse anche nei riguardi della profilassi, credo conveniente esporre più diffusamente i fatti che la dimostrano. In occasione di una piccola ferita a un dito con una scheggia di vetro infetta, immediatamente disinfettata con soluzioni acide sempre tenute sottomano, il dr. P.M. che del resto da qualche giorno, avvertiva cefalea e qualche movimento febbrile insolito, procedette all'esame del suo sangue mediante cultura e inoculazione sottocutanea alla cavia. La cultura dimostrò la presenza di spirochete in abbondanza, la cavia morì dopo 3 giorni. Il riscontro di una quantità tanto grande di spirochetosi a breve distanza da una possibile infezione accidentale, metteva in dubbio se la infezione stessa non preesistesse, tanto più dati i fenomeni di malessere già accusati al mattino dell'incidente. Perciò esaminai mediante emocultura e in un caso la prova sulla cavia il sangue di tutti i miei collaboratori. Uno di questi non aveva mai preso parte alla prove sugli animali, mentre gli altri avevano avuto occasione di esaminare i malati e praticato i comuni esami clinici (urine, sangue, liq. Cef-rach. ecc). Tutte queste persone, in numero di sei, risultarono positivi per la presenza della spirocheta nel sangue attraverso l'emocultura e 1 anche per l'esito positivo sulla cavia (corsivo: testo scritto di pugno). L'infermiera addetta al laboratorio diede pure risultato positivo. Se per alcuni di essi il contagio poteva essere messo in rapporto con eventuale contatto con materiale infetto proveniente dagli animali per uno di essi ciò era escluso e doveva quindi essersi verificato per mezzo delle urine o degli ammalati stessi. Le indagini vennero quindi estese a tutto il personale di assistenza mediante l'esame culturale del sangue. I risultati dimostrarono che di 22 infermieri che avevano avuto occasione di prestare servizio nella Sezione Medica, 20 erano contagiati. I due risultati negativi sono ancora in osservazione e non possono essere ritenuti definitivi. Anche le RR. Suore della Sezione Medica addette ai reparti di questi ammalati diedero risultato positivo. Anche due medici di altre Sezioni, risultarono contagiati. Uno di essi aveva in cura una caso di ittero clinicamente di natura spirochetica Da rilevare in modo particolare che nessuna quasi di queste persone presentava segni di malattia e che attendevano regolarmente alle proprie occupazioni. E che in nessuno forse degli ammalati ho potuto con tanta facilità rapidità ed abbondanza riscontrare le spirochete. Come è avvenuto in ospedale è facile avvenga in famiglia e che attorno ad un ammalato si diffonda silenzioso ed inavvertito il contagio che si rende manifesto poi in seguito, quando compariscono manifestazioni chiare di ittero. Ciò che si verifica fortunatamente finora in una piccola percentuale di casi. La dimostrazione di questo contagio latente nella misura con la quale ha potuto essere rilevata da queste mie indagini non mi pare sia finora avvenuta, e riveste ai fini profilattici e anche epidemiologici un significato assai chiaro.

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DOC.00052

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