dipinto Scena mitologica
fine/inizio secc. XVII/XVIII
materia e tecnica
unità di misura
cm.
descrizione
In alto su una nube è la dea della caccia Diana con i suoi simboli: la mezza falce di luna sul capo e la lancia in mano. La dea assiste alla scena che si sta svolgendo nel bosco sottostante. In basso, in primo piano, si scorgono le ancelle, due a destra sono nell'atto di parlare e indicare ciò che sta avvendendo al centro dove un'ancella è ripresa nell'atto di tagliare un'ala ad un amorino, mentre l'altra a suo fianco assiste alla scena. Nel lato opposto l'ancella con la lancia è nell'atto di prendere l'arco nelle mani di un amorino, mentre la seconda in piedi con lo sguardo compiaciuto e rivolto all'osservante ha già sottratto l'arco che ha spezzato in due. Sullo sfondo in secondo piano, si scorge un gruppo di uomini nell'atto di accendere un fuoco, e alle loro spalle, spuntano tra le fronde degli alberi le mura di una città.
paesaggi
Il dipinto è opera del pittore Antonio Bellucci che si formò a Venezia sotto l'influsso di Pietro Liberi, Antonio Zanchi e Andrea Celesti, gli artisti più in vista nella città lagunare negli ultimi decenni del secolo. La carriera artistica del B. fu piuttosto rapida. Alla fine del XVII secolo rinnovò il suo stile e i suoi elementi pittorici rivolgendosi al rococò, per cui giunse ad uno schiarimento della tavolozza pittorica. Bellucci fu un tipico esponente della pittura decorativa barocca a cavallo dei due secoli, caratterizzata, nel Veneto, da un ritorno al Veronese. Si distingue, però, dall'effuso colorismo rococò del Celesti, di Sebastiano Ricci e di Giovanni Antonio Pellegrini. Per le sue tendenze accademiche, dovrebbe essere invece avvicinato agli artisti più aperti agli influssi bolognesi e romani, come Nicolò Bambini, Federico Cervelli, nonché Gregorio Lazzarini, coi quali spesso collaborò. Il soggetto di questo dipinto era molto diffuso tra sei e settecento, ne è un esempio la commissione richiesta al pittore Marcantonio Franceschini dal genovese Stefano Pallavicini e il dipinto con lo stesso soggetto eseguito da Jan Frans von Bloemen segnalato alla casa d'Aste di Venezia di cui sembra una riproposizione.
iscrizioni
classe di appartenenza: documentaria
lingua: italiano
tecnica di scrittura: a pennello
tipo di caratteri: lettere capitali
posizione: sulla targhetta in basso sulla cornice
trascrizione: A. Bellucci 1654-1726
riferimenti altre schede
- scheda OA, 1201204510
bibliografia
- genere: bibliografia di confronto autore: Allgemeines Lexikon data: 1907-1950 volume: III pagine: 272
- genere: bibliografia di confronto autore: Ivanoff N. data: 1966 volume: 8 pagine: 1-2