Cella elettroottica di Kerr

costruzione

Ignoto

materiale

  • vetro
  • metalli
  • materiali isolanti

descrizione e uso

Ampolla di vetro trasparente usata per osservare l'effetto elettroottico di Kerr nella luce che l'attraversa. Il vetro, i liquidi, i gas sono normalmente isotropi, ma si può ottenere una anisotropia artificiale sottoponendoli ad un campo elettrico. Se in certi liquidi trasparenti e ben isolanti si immergono due elettrodi piani e gli si applica una forte d.d.p., il liquido presente fra di essi assume i caratteri ottici di un cristallo monoassico, con l'asse parallelo alle linee di forza del campo elettrico, effetto dovuto all'azione direttrice del campo elettrico sulle molecole della sostanza. L'effetto elettroottico di Kerr (1875) in un liquido genera una birifrangenza che può essere messa in evidenza introducendo la cella di Kerr fra due prismi polarizzatori incrociati di Nicol di un polarimetro: posto il campione normalmente ai nicol, la luce non passa; applicando la d.d.p. si ristabilisce il passaggio della luce. Anche applicando una d.d.p. alternata, sovrapposta a quella costante, si ottiene la birifrangenza che segue le oscillazioni della tensione anche per frequenze dell'ordine di 106 Hz: il campo elettrico modula l'intensità del fascio luminoso e la cella può essere utilizzata come un otturatore ottico praticamente privo di inerzia. Se mediante lenti si ottiene l'immagine di una fenditura luminosa e la si usa come sorgente di luce, l'immagine si accende e si spegne seguendo il potenziale: se ne può ottenere una registrazione ottica raccogliendo l'immagine su una pellicola cinematografica, metodo effettivamente utilizzato nel passato per le colonne sonore dei film. Fu anche utilizzata per una misura della velocità della luce (1928). (Daniele Rebuzzi)

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