Lampada ad arco elettrico con elettrodi di carbone
parti e/o accessori
contenitore di protezione, ottica di proiezione, fenditura
autore
costruzione
Ignoto
materiale
- ottone
- acciaio
- legno
misure
46x20x36
descrizione e uso
Una lampada ad arco, per proiezioni e per esperienze di fisica, è composta da un carbone positivo (anodo) orizzontale e da un carbone negativo (catodo) verticale, in modo tale che questo non intercetti la luce emessa nella direzione individuata dall'asse del primo. Opportuni micromovimenti permettono l'orientamento e lo spostamento dell'arco nei varii sensi e l'avanzamento dei carboni per sopperire al loro consumo. Il cratere positivo dell'arco voltaico alimentato con c.c., tra elettrodi di carbone, è una sorgente praticamente puntiforme di luce bianca di intensità e brillantezza eccezionali. Perciò, in molte esperienze, questa sorgente era di gran lunga preferita ad ogni altra sorgente di luce bianca, malgrado il difetto del consumo continuo del carbone e della sensibile instabilità dell'arco. L'arco gassoso incandescente che dà il nome all'arco voltaico e che costituisce il ponte conduttore che ne congiunge i due elettrodi, è intensa sorgente luminosa di uno spettro a righe, ove predominano quelle dei metalli presenti. L'elettrodo positivo, inferiore, è alle volte forato per contenervi un'anima del sale metallico di cui si vuole lo spettro. Questo metodo era il più usato e il più conveniente per ottenere, mediante una scelta opportuna del metallo, fasci molto intensi di radiazioni monocromatiche (tramite un monocromatore) appartenenti alla varie regioni dello spettro. L'apparato conservato è composto dall'arco voltaico vero e proprio posto all'interno di un contenitore protettivo: attraverso una finestra, di vetro verde scuro, è possibile osservare l'arco per poter operare le regolazioni del caso, in modo manuale. Davanti all'arco vi è l'ottica di proiezione e una fenditura per poter ottenere una stretta sorgente lineare di intensità uniforme.
iscrizioni
Mancanti