Elettrometro di Curie, a quarzo piezoelettrico

parti e/o accessori

lama di quarzo piezoelettrico

costruzione

Parigi, Francia

materiale

  • acciaio
  • ghisa
  • alluminio
  • materiali isolanti

misure

57x28x28 per lo strumento; 12x3x0.5 per la lama

descrizione e uso

L'elettrometro di Curie, strumento di misura di correnti di ionizzazione di bassissima intensità, ideato e realizzato da Pierre Curie in collaborazione con il fratello Jacques nel 1898, utilizza un quarzo piezoelettrico in associazione con un elettrometro che serve da strumento di zero. Fu utilizzato da Marie Sklodowska Curie per la misura della ionizzazione prodotta in aria dalla polvere di minerale posta sulla faccia inferiore di un condensatore. La debolissima corrente che per questo fluisce nel circuito è cancellata da quella dovuta al quarzo piezoelettrico, a cui è applicato uno stress dal peso posto sul piatto da bilancia. L'elettrometro funge soltanto da strumento di zero. Lo strumento, insieme all'altro elettrometro e al condensatore, appare in una foto coeva dell'Ufficio del Radio presso l'Istituto Fisico della R. Univ. diretto dal prof. G.C. Trabacchi. E' stata ritrovata, separata dallo strumento, una scatolina in legno contenente una lama rettangolare di quarzo con, ai due estremi, un morsetto di acciaio che la serra e che porta dei perni adattantisi perfettamente alle staffe che si trovano all'interno dello strumento. La lama è ricoperta, sulle due facce, da un sottile foglietto metallico collegato ad un filo a molla di rame che pende liberamente. I due morsetti sono collegati fra loro da un terzo filo a molla. Sulla scatolina, in francese, è scritto con penna stilografica "Lama 1 - q. 24 E.S. per kilogrammo" ed aggiunto a penna biro, in italiano "Quarzo per elettrometro Curie". Molto del rapido sviluppo nell'analisi dei fenomeni concernenti la radioattività è dovuto anche al metodo applicato per la misura dell'attività delle sostanze radioattive, metodo che utilizza la proprietà di queste sostanze di rendere conduttrice l'aria: fu detto "metodo elettrico". Gli apparati utilizzati furono inizialmente di due tipi. Nel primo, in un condensatore piano in aria disposto orizzontalmente, con un piatto collegato ad un polo di una pila e l'altro ad un elettrometro, veniva disposto uno strato della sostanza da investigare: osservando la corrente di ionizzazione con l'elettrometro si deduceva l'attività del composto. Nel secondo, con un condensatore ed un elettrometro disposti nel medesimo modo, la misura della corrente dovuta alla ionizzazione veniva compensata dall'inserzione nel circuito di un quarzo piezoelettrico sollecitato da una forza peso: la determinazione dell'attività della sostanza era ridotta alla misura della forza peso necessaria a generare una corrente piezoelettrica tale da annullare quella di ionizzazione. (Daniele Rebuzzi)

iscrizioni

Marchio del costruttore.

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